Bombardieri (Uil) ad Ancona: «Governo non dà risposte, pronti alla mobilitazione»
A maggio tre manifestazioni di piazza unitarie. Mazzucchelli: “nelle Marche le retribuzioni più basse della media nazionale, i giovani chiedono condizioni di vita migliori”
ANCONA – Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri conferma la mobilitazione nelle principali piazze d’Italia, intervenendo all’Assemblea regionale delle Marche dal titolo "Diamo voce al Paese reale". Sarà un maggio caldo quello delle tre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) che tornano di insieme per tre manifestazioni di piazza, il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli. «Le persone hanno perso potere d'acquisto con il 10% d'inflazione – spiega Bombardieri - e il Governo continua a non dare risposte, soprattutto rispetto ad alcuni temi che poniamo da molto tempo tra cui quello della sicurezza, il cuneo fiscale e la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali».
Una due giorni marchigiana per il segretario della Uil, conclusa ieri alla Raffineria Api di Falconara. Nelle Marche il tasso di tasso di disoccupazione è al 6,7% il tasso di inattività al 28,1%, dati migliori della media nazionale ma al di sotto di quelli delle regioni del Centro Nord. In una lunga sequenza di crisi che prosegue da tre lustri la regione ha perso oltre 20mila aziende e 13mila posti di lavoro “e tutto ciò avviene in un sistema ancora poco strutturato ad affrontare l’evoluzione dei distretti produttivi, il necessario ricambio generazionale, il mondo globalizzato e l’innovazione di processo e di prodotto” ha spiegato la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli.
Particolare attenzione è stata posta sull’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. «Ci sentiamo raccontare che i giovani non vogliono responsabilità o non vogliono lavorare, ma sono affermazioni superficiali – ha spiegato la Mazzucchelli –. Nelle Marche abbiamo le retribuzioni più basse della media nazionale e tanto lavoro precario (tirocini, somministrazioni, staff leasing) ma anche irregolare. Quindi il motivo non è la fuga dalle responsabilità o il reddito di cittadinanza, ma la volontà di trovare condizioni di vita, lavorative ed economiche più vantaggiose altrove. Qualità lavorativa significa anche felicità e dignità, raggiunta attraverso l’equa retribuzione delle risorse, la protezione sociale, il riconoscimento del proprio valore come lavoratore ma soprattutto come persona, più la sicurezza nei luoghi di lavoro. La scorsa settimana abbiamo dovuto registrare l’ennesimo morto sul lavoro a Fano, Giacomo, 26 anni, ed è la terribile riprova di un’emergenza divenuta purtroppo strutturale e che arriva dopo altri 5 incidenti mortali registrati dall’Inail nei primi due mesi di questo anno. Numeri inaccettabili che ci fanno tornare a ribadire, come da anni facciamo nell’ambito della campagna Zero Morti sul Lavoro, che è tempo di investire in sicurezza, in formazione, in controlli e penalizzazioni per le aziende che mettono in pericolo i propri lavoratori».
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