Frisoli: «Il nostro successo grazie a stage e laboratori»
Il Laeng di Osimo miglior scuola superiore tra gli Istituti tecnici tecnologici per indice di occupabilità. Il dirigente scolastico spiega la chiave del successo
OSIMO – La storia di un successo, per alcuni inaspettato. Di un riscatto anche, perché nell’immaginario collettivo osimano l'Istituto professionale "Maria Laeng" (conosciuto da tutti come il "San Carlo"), non è stato mai consideratao una scuola d’eccellenza. Era quella per manuali, dove c’era dispersione e precarietà, sia di qualità che di prospettive, spesso anche esagerando nei preconcetti, giudicata per pregiudizi e sottovalutata, anche dalle istituzioni forse. Ora quel "San Carlo" diventato nel frattempo sede principale dell’Istituto superiore Laeng Meucci, è diventato una eccellenza certificata dallo studio Eduscopio della Fondazione Agnelli, che avevamo già riportato qui.
Neanche 10 anni fa rischiava di perdere la sua autonomia scolastica scivolando pericolosamente verso i 600 iscritti, soglia sotto la quale un Istituto che non si trova in zone disagiate come la montagna viene accorpato ad un altro, con un dirigente reggente. Invece ora il Laeng Meucci tra Osimo e Castelfidardo ha superato i 900 alunni. Non aver raggiunto ancora la soglia dei mille ha consentito proprio la scorsa settimana di poter annunciare l’avvio di un nuovo corso di studi a settembre 2023, Servizi della Cultura e dello Spettacolo, autorizzato dalla Provincia e per il quale ora serve solo il via libera della Regione. Al contempo è uscita l’analisi di Eduscopio 2022 sulle migliori scuole italiane che preparano gli studenti all’università e al mondo del lavoro e, tra queste ultime, il Laeng di Osimo svetta in regione con un indice di occupazione di alunni post diploma dell’83,77%.
Dirigente Angelo Frisoli, quale è il segreto di questa forte risalita dell’Istituto che tutti a Osimo chiamano San Carlo?
«Prima era visto come un Istituto professionale di bassa qualità ora la percezione è cambiata, le famiglie capiscono che i nostri corsi sono aderenti alle offerte che arrivano dal mercato del lavoro e che proponiamo una formazione all’avanguardia e con classi non pollaio. Piccolo è bello, nel nostro caso è vero, anche se i numeri ci raccontano che stiamo diventando grandi».
Quale è la chiave del successo che ha indotto Eduscopio a premiarvi?
«Sicuramente le attività laboratoriali e gli stage. Abbiamo classi mediamente di 20 alunni e questo ci consente di poterli far lavorare tutti contemporaneamente in laboratorio. Ad esempio in quello di meccanica abbiamo 18 macchine e nessun alunno resta fermo durante la lezione. Ci siamo liberati dei vecchi macchinari, quelli obsoleti, ingombranti e non funzionali degli anni ’60. Smaltirli ci avrebbe costato migliaia di euro, perché pesavano tonnellate, invece siamo riusciti a rivenderli a privati e con i soldi a investire nelle scuola e a recuperare spazi importanti».
Diceva poi degli stage, dell’alternanza scuola lavoro…
«Si, abbiamo un gruppo di lavoro capillare che ne occupa, un referente per la sede di Osimo e uno a Castelfidardo, poi un docente referente per ogni indirizzo di studio e uno per ogni classe, così riusciamo meglio a capire le attitudini dei ragazzi e ad avvicinarli alla mansione e all’azienda che fanno più al caso loro, avviando quindi tirocini consapevoli, specifici, apprezzati, che possono dare sbocchi. In alcuni indirizzi, come al professionale, iniziamo già a proporli al secondo anno».
Il rapporto con le aziende per un Istituto come il vostro è fondamentale e questo ha fatto la differenza per Eduscopio…
«Si, basti pensare al Career Day che organizziamo in estate per i neodiplomati, che possono fare a scuola dei colloqui con le ditte del territorio che cercano persone. Quest’anno c’erano solo una ventina di studenti all’evento, ma non perché interessati, semmai perché la maggior parte aveva già ricevuto offerte o aveva già addirittura iniziato a lavorare. Un altro esempio di collaborazione con le aziende del territorio è il nuovo accordo con il calzaturificio Pigini di Squartabue. E’ entrato nel Gruppo Gucci e manderanno dei loro tecnici a fare formazione al nostro corso Moda per preparare gli studenti al mondo del lavoro nel settore calzaturificio, che per noi è una novità assoluta, perché finora ci siamo occupati solo di abbigliamento».
Avete anche investito sulla struttura grazie alla Provincia?
«Oltre al rinnovo dei laboratori, dei pc e dei tablet, importanti ad esempio durante la Dad, ci sono stati investimenti anche sull’immobile. La Provincia ad esempio ha rinnovato tutti gli infissi e ha realizzato all’esterno, sul retro, davanti all’ex tribunale, un campetto polivalente per l’attività sportiva all’aperto, che abbiamo intenzione in futuro di mettere a disposizione anche delle associazioni nell’orario extra scolastico. Abbiamo anche rinnovato in parte la palestra interna al Laeng. Al Meucci di Castelfidardo invece abbiamo investito per un campetto esterno polivalente, per il teatro all’aperto, per l’area verde con panchine. Quando gli studenti arrivano e vedono una scuola ben organizzata, ristrutturata, curata e dotata capiscono che qui possono affidare la loro formazione».
A livello di docenti c’è ancora precarietà?
«L’aumento del numero di iscritti e quindi di classi ha permesso di avere più cattedre, sono rientrati ad esempio alcuni professori di ruolo che abitano nella zona e che portano grande entusiasmo ed esperienza, oltre che stabilità nella programmazione. Abbiamo un bel mix tra professori che sono lo zoccolo duro dell’Istituto e giovani docenti in un turnover funzionale».
Si dice sempre che c’è bisogno di maggior attenzione e finanziamenti da parte dello Stato sull’istruzione, concorda?
«I fondi del Pnrr possono rappresentare una grande opportunità. Noi ad esempio saremo beneficiari di due contributi, il Next Generation Classroom da 160mila euro e il Next Generation Lab da 140mila euro. Serviranno a rinnovare classi e laboratori. Ora stiamo preparando tutta la documentazione necessaria per completare la procedura».