Scienza e territorio
24 gennaio: Giornata Internazionale dell’Educazione

Il 24 gennaio si celebra la Giornata internazionale dell’educazione, istituita dalle Nazioni Unite con Risoluzione 73/25, per riflettere sull’importanza dell’istruzione come diritto umano fondamentale di tutti e bene collettivo.
La riflessione sul tema può partire da una affermazione di Maria Montessori, donna di statura mondiale che ha segnato il sistema educativo in ogni parte del mondo: “Gettiamo i semi di tutte le scienze”. Da questo presupposto ad Osimo, negli ultimi anni, è stato sviluppato un progetto per promuovere la scienza come motore trasversale al raggiungimento dei 17 Obiettivi ONU per lo Sviluppo Sostenibile, con attività che potessero coinvolgere i giovani su questi argomenti ed un approccio ispirato all’Obiettivo 4 “Educazione di qualità” per accompagnare un apprendimento inclusivo, attento all’ educazione green e alla parità di genere.
Superare la dicotomia tra cultura umanistica e cultura scientifica, tra “i saperi”, che in realtà sono “il
sapere”, è stato il quadro concettuale per realizzare azioni locali significative, avvicinando i giovani alla scienza attraverso incontri e dialoghi su argomenti e con personalità che nell’immaginario comune appaiono distanti. L’incontro con il Premio Nobel alla Fisica 2019 Didier Queloz ed il collegamento con la Comandante della Stazione Spaziale Internazionale Samantha Cristoforetti sono due esempi per confermare che, soprattutto in una società globalmente connessa come l’attuale, non ci sono distanze né steccati, si può dialogare anche con astronauti, studiosi e ricercatori e proporsi obiettivi di studio e di lavoro che, con accompagnamento istituzionale, se supportati da passione e impegno, sono perseguibili e raggiungibili.
Si è certato offrire ai giovani ed agli studenti stimoli, argomenti di pensiero e di riflessione, perché,
riprendendo le parole del Maestro Piero Angela “è dalla scuola che uscirà anche il cervello del paese”, una frase cruciale e meravigliosa del suo ultimo libro “Dieci cose che ho imparato” (ottobre 2022). Un testamento oltre che spirituale, morale. Un lascito di analisi, previsioni e proposte di cui dovremmo fare tesoro. Riprendendo un commento di Piero Bianucci giornalista scientifico e scrittore: “Angela ha messo in
questo libro tutto l’essenziale di ciò che ha imparato in mezzo secolo di esemplare giornalismo scientifico. E’ una guida a cui ispirarsi, ascoltando la sua voce pacata e ferma”.
Per questo è significativo ricordare il Maestro Piero Angela in questa Giornata Mondiale dell’Educazione. Nella lettura di “Dieci cose che ho imparato”, infatti, si può ritrovare quanto da lui testimoniato anche in due occasioni in collegamento per Osimo, attraverso dialoghi condotti da Piero Bianucci, proprio con riferimento alla scuola: “Bisogna andare verso i giovani, è lì che si semina e si cresce, è nei giovani che bisogna investire anche perché avranno un secolo non facile da affrontare. L’insegnamento oltre a quello
frontale dovrebbe mobilitare i giovani. Bisogna certo fotografare il presente e pensare al futuro. Per
mantenere la società evoluta, ricca, benestante ma soprattutto colta con mille opportunità, bisogna
coltivare scienza, tecnologia ed educazione: la scuola”.
Per questo motivo ad Osimo la scienza come elemento trasversale al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è stato il metodo utilizzato per contribuire concretamente alla diffusione della visione e del progetto “Prepararsi al futuro” ideato da Piero Angela e Piero Bianucci: far incontrare i giovani con opportunità di saperi, di conoscenze, di lavoro, cioè con personaggi che a scuola non incontrerebbero.
Contribuire a superare la dicotomia cultura umanistica/cultura scientifica è farsi in qualche modo custodi della memoria di Piero Angela, raccogliere la sua eredità, che ci ha raccontato in diretta negli incontri con lui, ed avviare qualcosa che sarebbe di grande valore culturale e formativo nel suo ricordo, per rendergli omaggio, facendone vivere concretamente memoria, messaggi, insegnamenti nel nome di una istruzione di qualità che lui tanto ha amato e contribuito a realizzare.
La riflessione sul tema può partire da una affermazione di Maria Montessori, donna di statura mondiale che ha segnato il sistema educativo in ogni parte del mondo: “Gettiamo i semi di tutte le scienze”. Da questo presupposto ad Osimo, negli ultimi anni, è stato sviluppato un progetto per promuovere la scienza come motore trasversale al raggiungimento dei 17 Obiettivi ONU per lo Sviluppo Sostenibile, con attività che potessero coinvolgere i giovani su questi argomenti ed un approccio ispirato all’Obiettivo 4 “Educazione di qualità” per accompagnare un apprendimento inclusivo, attento all’ educazione green e alla parità di genere.
Superare la dicotomia tra cultura umanistica e cultura scientifica, tra “i saperi”, che in realtà sono “il
sapere”, è stato il quadro concettuale per realizzare azioni locali significative, avvicinando i giovani alla scienza attraverso incontri e dialoghi su argomenti e con personalità che nell’immaginario comune appaiono distanti. L’incontro con il Premio Nobel alla Fisica 2019 Didier Queloz ed il collegamento con la Comandante della Stazione Spaziale Internazionale Samantha Cristoforetti sono due esempi per confermare che, soprattutto in una società globalmente connessa come l’attuale, non ci sono distanze né steccati, si può dialogare anche con astronauti, studiosi e ricercatori e proporsi obiettivi di studio e di lavoro che, con accompagnamento istituzionale, se supportati da passione e impegno, sono perseguibili e raggiungibili.
Si è certato offrire ai giovani ed agli studenti stimoli, argomenti di pensiero e di riflessione, perché,
riprendendo le parole del Maestro Piero Angela “è dalla scuola che uscirà anche il cervello del paese”, una frase cruciale e meravigliosa del suo ultimo libro “Dieci cose che ho imparato” (ottobre 2022). Un testamento oltre che spirituale, morale. Un lascito di analisi, previsioni e proposte di cui dovremmo fare tesoro. Riprendendo un commento di Piero Bianucci giornalista scientifico e scrittore: “Angela ha messo in
questo libro tutto l’essenziale di ciò che ha imparato in mezzo secolo di esemplare giornalismo scientifico. E’ una guida a cui ispirarsi, ascoltando la sua voce pacata e ferma”.
Per questo è significativo ricordare il Maestro Piero Angela in questa Giornata Mondiale dell’Educazione. Nella lettura di “Dieci cose che ho imparato”, infatti, si può ritrovare quanto da lui testimoniato anche in due occasioni in collegamento per Osimo, attraverso dialoghi condotti da Piero Bianucci, proprio con riferimento alla scuola: “Bisogna andare verso i giovani, è lì che si semina e si cresce, è nei giovani che bisogna investire anche perché avranno un secolo non facile da affrontare. L’insegnamento oltre a quello
frontale dovrebbe mobilitare i giovani. Bisogna certo fotografare il presente e pensare al futuro. Per
mantenere la società evoluta, ricca, benestante ma soprattutto colta con mille opportunità, bisogna
coltivare scienza, tecnologia ed educazione: la scuola”.
Per questo motivo ad Osimo la scienza come elemento trasversale al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è stato il metodo utilizzato per contribuire concretamente alla diffusione della visione e del progetto “Prepararsi al futuro” ideato da Piero Angela e Piero Bianucci: far incontrare i giovani con opportunità di saperi, di conoscenze, di lavoro, cioè con personaggi che a scuola non incontrerebbero.
Contribuire a superare la dicotomia cultura umanistica/cultura scientifica è farsi in qualche modo custodi della memoria di Piero Angela, raccogliere la sua eredità, che ci ha raccontato in diretta negli incontri con lui, ed avviare qualcosa che sarebbe di grande valore culturale e formativo nel suo ricordo, per rendergli omaggio, facendone vivere concretamente memoria, messaggi, insegnamenti nel nome di una istruzione di qualità che lui tanto ha amato e contribuito a realizzare.